Giornata nazionale dei Sinti a Rimini: mille in piazza Cavour
Il presidente dell'Associazione, Davide Casadio
RIMINI. Questa volta contano di riempirla piazza Cavour. Dopo la festa delle famiglie nomadi di qualche settimana fa – destinata a non passare alla storia delle manifestazioni cittadine – i Sinti concedono il bis: 16 maggio, Giornata nazionale dei Sinti in Italia. Sono attese non meno di mille persone da tutte le regioni. Non sfugge a nessuno in quale clima cada l’appuntamento: chiusura di via Islanda e progetto microaree del Comune, contestatissimo da opposizione e Comitati cittadini.
Ci vediamo a Rimini
Da un punto di vista organizzativo succede questo. Le varie delegazioni arrivano da tutta Italia in pullman, l’appuntamento è per le ore 12 del 16 maggio: che è un martedì. Dopo circa un’oretta, il corteo si mette in moto, attraversa le vie del centro storico e termina in piazza Cavour, dove fino a pomeriggio inoltrato sono previsti momenti di festa e di musica con chitarre e violini.
Il 16 maggio non è una giornata come tutte le altre per i Sinti, viene infatti celebrata e ricordata la “resistenza” nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. «Quel giorno – viene ricordato nel comunicato della manifestazione – le SS decisero di farla finita con il campo adibito alle famiglie zingare, ovvero eliminare tutti gli internati. Invece di seguire i nazisti fino alle camere a gas, in oltre 4mila si ribellarono, raccogliendo pietre e spranghe e lanciandosi contro i nazisti. I tedeschi ridussero poi il campo alla fame e uccisero 2.897 Sinti e Rom».
Ecco. L’anno scorso la Giornata nazionale è stata organizzata a Bologna, quest’anno la scelta ricade su Rimini. È solo un caso – si assicura – anche perché queste iniziative devono essere organizzate per tempo. Però proprio a Rimini da un paio di mesi la chiusura del campo nomadi di via Islanda tiene banco, scalda gli animi dei Comitati cittadini, per non parlare dei consiglieri di opposizione. Il 4 maggio è in programma un consiglio comunale a tema e il tam tam è partito da giorni: accorriamo in massa e dimostriamo tutta la nostra contrarietà. A questo proposito “ProRimini” ricorda che in aula il pubblico non può intervenire ed è pure vietato esporre cartelli. Non solo. «Il comitato si dissocia da esternazioni diverse dalla silenziosa presenza».
“Via Islanda, una vergogna”
Davide Casadio è il presidente dell’Associazione Sinti Italia e in vista della Giornata nazionale del 16 maggio, ricorda le ragioni del trovarsi tutti assieme. «Far capire che i Sinti ci sono, siamo qua da tempo. Ma viviamo momenti in cui l’esclusione sociale è molto evidente, ci stanno togliendo l’uguaglianza. Ci sentiamo un po’ bersagliati, ma fra i Sinti ci sono Moira Orfei, i Togni».
Le ragioni della manifestazione sono persino ovvie. «Far capire che i Sinti non sono un problema. Stanno invece subendo, sono il capro espiatorio di tutti i mali. Vengono incolpati di tutto, quando sono solo lo 0,25 per cento della popolazione. Vogliono essere integrati, il campo nomadi equivale a segregazione, esclusione dalla società. Vogliamo vivere nel rispetto della nostra cultura, i nostri figli vanno a scuola, ci sono Sinti che non possono dire di esserlo altrimenti perdono il lavoro. Non è più tollerabile che i Sinti stiano nei campi nomadi. Sono nato a Cesena, ho vissuto a Rimini, ora sto in Veneto, ma la situazione di via Islanda è una vergogna».
Come saprà il progetto microaree nei quartieri ha generato il moto contrario dei Comitati cittadini. «Parlano contro se stessi, i Sinti sono riminesi dalla nascita. Il progetto è in una fase molto delicata, noi appoggiamo pienamente l’amministrazione comunale, speriamo solo che alle parole seguano i fatti. A Rimini stiamo parlando di 30-50 famiglie, non è la fine del mondo».
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