Bimbo travolto dal treno Il papà: Addio alla mia vita
«Non ho neanche la forza di parlare, hanno preso la mia vita»
CEREA. Un bimbo di due anni è morto stamane investito da un treno regionale in Veneto, in provincia di Verona. Il piccolo era figlio di una coppia di nomadi, che hanno la roulotte in un campo di sosta proprio accanto ai binari della linea Rovigo-Verona. La tragedia è avvenuta poco dopo le 8 del mattino, fra le stazioni di Legnago e Cerea, e probabilmente è da imputare ad una terribile fatalità, complice un attimo di distrazione dei genitori che, mentre la mamma tornava nella casa-roulotte, non si sono accorti che il piccolo Dominic si allontanava verso la recinzione. Il bimbo ha approfittato di un buco nella rete di divisione, passando dal campo alla massicciata ferroviaria, in un tratto dove i binari fanno una curva. Il piccolo si è accovacciato vicino ai binari. Poco dopo è giunto il regionale 5564: il macchinista si è accorto del bimbo accanto ai binari, ed ha suonato ripetutamente la sirena azionando nello stesso tempo il sistema rapido di arresto. Ma è stato impossibile evitare l’investimento. Soccorso dai suoi stessi genitori, Dominic è stato accompagnato d’urgenza all’ospedale di Legnago dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. I medici hanno fatto di tutto per salvarlo, ma circa un’ora dopo il ricovero è spirato. Straziante il dolore della coppia. Il padre, David Poli, 24 anni, è tornato sul luogo dell’incidente, ed ha dato sfogo alla propria disperazione. «È bastato un attimo e mi hanno portato via mio figlio» ha detto il giovane. «Non ho neanche la forza di parlare, hanno preso la mia vita» ha ripetuto il papà del piccolo, attorniato dai parenti. La dinamica dell’impatto con il locomotore è ancora da ricostruire con esattezza. «Il corpo del bambino era integro» ha spiegato il dirigente della Polizia ferroviaria di Legnago, Riccardo Bisin. Le indagini dovranno ricostruire nei dettagli l’incidente, stabilendo se il bambino è stato comunque trascinato dal treno, oppure se è stato sufficiente lo spostamento d’aria e la successiva caduta per provocare lesioni fatali. Il capotreno ha immediatamente fatto fermare il convoglio, dando l’allarme alla Polfer. «Il treno - ha aggiunto Bisin - era partito dalla stazione di Legnago e si sarebbe dovuto fermare a Cerea, viaggiava a velocità ordinaria, tra i 90 e i 100 chilometri all’ora». Quanto al varco nella rete di recinzione che ha permesso al piccolo di raggiungere i binari, il papà non sa darsi una spiegazione: «mio figlio non era mai passato di lì, è successo tutto in pochi attimi: si è allontanato mentre mia moglie dava una mano per le polizie qui alla roulotte». In poche ore nel campo di Cerea, dove vivono una quarantina di persone, sono arrivati rappresentanti della comunità nomade da altre città del Veneto e anche da Bologna per stringersi attorno ai familiari del bambino e portare la loro solidarietà. www.larena.it
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