martedì 15 luglio 2014

“L’Italia ha molto a cuore i temi al centro commentato Sandro Gozi, Sottosegretario Europei

ROM: E  SINTI  GOZI, RAFFORZARE POLITICHE INCLUSIONE NEL SEMESTRE EU
AGENPARL) – Roma, 08 lug – L’inclusione abitativa è il passo fondamentale per garantire l’integrazione dei Rom in Italia e in Europa e come tale deve essere perseguita in via prioritaria durante la presidenza italiana dell’UE. Le soluzioni abitative separate – come i molti “campi Rom” presenti in Italia – riproducono dinamiche di esclusione sociale e devono essere al più presto superate. Sono alcune delle conclusioni dell’incontro “Minoranze Rom, Sinti e Camminanti: come garantire l’inclusione abitativa?” che si è tenuto oggi presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio, organizzato dall’Associazione Parsec e da Open Society Foundations. Erano presenti funzionari del Consiglio d’Europa e della Commissione europea, rappresentanti dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, dei Ministeri dell’Interno, del Lavoro e delle Infrastrutture, degli enti locali, esperti accademici ed esponenti di organizzazioni della società civile e comunità rom. In molti paesi dell’UE, le condizioni abitative della popolazione Rom, che conta circa 12 milioni di persone, sono ancora inadeguate a garantire i diritti fondamentali e a favorire dinamiche d’inclusione sociale. Le soluzioni abitative speciali, come il campo nomadi, – è stato ricordato durante il dibattito – hanno senso soltanto per quelle popolazioni romanì che sono ancora davvero itineranti: in Italia, ad oggi non più di 5mila persone su circa 170mila. Si tratta dello 0,23% della popolazione complessiva italiana, una proporzione molto bassa rispetto ad altri Paesi europei, come la Spagna (1,57%), la Svezia (0,46%), il Regno Unito (0,37%), la Grecia (2,47%), o Paesi dove l’incidenza è più alta come Bulgaria (10,33%), Slovacchia (9,17%) e Romania (8,32%). Nel 2011, con l’adozione del Quadro UE per le strategie nazionali d’integrazione dei Rom fino al 2020, l’Unione Europea ha dichiarato la volontà di porre fine a una condizione non più accettabile all’inizio del 21esimo secolo. Una volontà sostenuta anche da chiare linee guida sull’utilizzo di appositi fondi europei, dal Fondo Sociale al Fondo di Sviluppo Regionale. “L’Italia ha molto a cuore i temi al centro del dibattuto odierno, tant’è che nel programma del Semestre europeo di Presidenza italiana entreremo nel merito di tali questioni”, ha commentato Sandro Gozi, Sottosegretario agli Affari Europei, che è tra i sostenitori dell’iniziativa odierna, secondo appuntamento di un ciclo di quattro workshop su diritti umani e civili. “Con specifico riguardo all’inclusione dei Rom – ha proseguito Gozi – la Presidenza italiana ospiterà la quarta riunione dei punti di contatto nazionali per i Rom al fine di rafforzare le iniziative concernenti l’attuazione delle strategie nazionali in conformità con il quadro UE”.  www.agenparl.com

Sinti in Italia in Emilia R. comunità più diffusa è quella dei Sinti (90,6%,


Uno sguardo alla popolazione Rom e Sinta
dell’Emilia Romagna
Sono 2.745 le persone che vivono in 129 campi nomadi dell’Emilia-Romagna. In lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione relativa al 2009, quando erano 2.644 in 130 campi. La comunità più diffusa è quella dei Sinti (90,6%, di cui solo il 4,1% straniero), seguita dai Rom italiani (4,7%), i Rom stranieri (3,5%) e una piccola percentuale (1,2%) di individui di altra provenienza. In generale si tratta di una popolazione giovane, con una percentuale piuttosto significativa di minorenni (il 37,4%). Gli adulti fino a 64 anni sono il 59,5%, mentre gli anziani over 65 sono solo il 3,1%.  Si tratta per la maggioranza di lavoratori autonomi, pari al 69,1%. Quelli a tempo determinato o parasubordinato sono il 10% e quelli a tempo indeterminato rappresentano il 21%. I principali settori di attività sono lo spettacolo (circo e giostre), i servizi, il commercio (soprattutto il settore alimentare e la raccolta e la vendita del ferro).

Download Regione Emilia-Romagna, Rapporto sulla popolazione sinta e rom presente nei campi e nelle aree sosta, transito della regione Emilia-Romagna, 2014 (PDF)

lunedì 7 luglio 2014

A Mantova un delegazione di sinti e rom era entrata in sala consiliare

I sinti occupano l'aula consiliare di Mantova
Da Piazza Sordello, non prima di aver manifestato davanti al palazzo vescovile, alla sala consiliare. Una delegazione ha occupato per qualche minuto la sala consiliare
MANTOVA. Un gruppo di manifestanti sinti ha occupato la sala consiliare del comune di Mantova per protestare contro gli espropri delle lottizzazioni abusive al Trincerone. Una giornata cominciata con la protesta davanti alla curia vecovile e poi all'ingresso del Comune dopo il corte per le vie del centro. C'è stato anche qualche momento di tensione: il consigliere leghista Luca De Marchi è entrato in municipio scortato.
«Ci sono le delegazioni provenienti da tutte le città vicine - ha affermato Carlo Berini, segretario dell’associazione Sucar drom - E' na protesta composta e tranquilla per ribadire le nostre ragioni e chiedere al Comune il rispetto della legge anche nei nostri confronti: il Testo unico 380 articoli 3 e 5 è una discriminazione razziale indiretta che va rimossa».
«Una delegazione  si è recata in cura vescovile dove èstata ricevuta da un delegato del vescovo. Hanno sfilato tutti, anziani, donne, bambini inalberando uno striscione con due domande a cui il sindaco deve rispondere: perché non ha sospeso il procedimento per un anno e dove andremo se ci cacceranno dal Trincerone. Una delegazione di 40 persone è salita in aula consiliare per lasciare un volantino sullo scranno di ogni consigliere. Il consigliere di Forza Italia Gorgati ha stigmatizzato il fatto che in corteo c'erano bambini che gridavano "leghisti appesi".
Sulla vicenda che vede opposti sinti e Comune un paio di giorni fa era intervenuto anche  il consigliere comunale di Forza Italia, Marco Germiniasi: «Non mi trovo d’accordo e con me anche il mio partito - dice - col capogruppo della Lega de Marchi che è già in campagna elettorale come candidato sindaco per il Carroccio e sta arrivando su posizioni xenofobe. Non mi piacciono, però, nemmeno i toni di Berini. Gli ricordo che stiamo parlando di ripristino della legalità, come bene ha sottolineato il vice sindaco Rose; Berini, invece, l’ha messa sul piano della discriminazione razziale. Se ritiene di opporsi, lo faccia nelle sedi appropriate»
gazzettadimantova.it