venerdì 31 gennaio 2014

www.cominrom.it ISTITUZIONI ED ORGANIZZAZIONI ITALIANE Rom e Sinti

               ISTITUZIONI ED ORGANIZZAZIONI EUROPEE
  • Consiglio d’Europa, divisione Rom e Travellers: il Consiglio d’Europa, tramite tale organo, ha come obiettivo principale quello di adottare un approccio globale alle questioni relative ai Rom attraverso l’individuazione di 3 priorità: tutela delle minoranze, lotta al razzismo ed alla discriminazione, prevenzione dell’esclusione sociale.
  • ECRI: Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza.
  • Commissione Europea: la UE da anni si occupa di Rom e Sinti, nell’ambito del lavoro della Direzione Occupazione, Affari Sociali ed Inclusione. Un risultato di ragguardevole importanza è rappresentato dalla creazione della Piattaforma Europea per l’Inclusione dei Rom.
  • FRA: Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, promuove rapporti annuali sullo stato dei diritti basilari in Europa e monitora costantemente la situazione di Rom e Sinti in Europa.
  • ERIO: European Roma Information Office è una ONG con sede in Belgio ed è un’organizzazione internazionale di advocacy che promuove l’analisi e la discussione pubblica su questioni concernenti il mondo rom. ERIO collabora con una vasta rete di organizzazioni ed istituzioni al fine di combattere la discriminazione razziale e l’esclusione sociale attraverso la sensibilizzazione, lobbyng e lo sviluppo di politiche d’inclusione. Inoltre ERIO promuove la partecipazione delle comunità Rom nei processi decisionali a livello europeo, nazionale e locale.
  • ERRC: European Roma Rights Center è un’organizzazione internazionale di pubblico interesse con sede in Ungheria, impegnata nel combattere la discriminazione e la violazione dei diritti umani dei Rom, attraverso un lavoro di ricerca ed analisi in relazione alle politiche pubbliche ed un intenso sforzo di sensibilizzazione. Attiva dal 1996,edita anche una rivista trimestrale: Roma Rights Quaterly, consultabile presso il sito http://www.ceeol.com; ERRC ha status consultivo presso il Consiglio d’Europa.
  • ERTF: European Roma and Travellers Forum è un’assemblea consultiva che vede la presenza al suo interno di rappresentanti delle comunità rom e sinte europee e personalità impegnate sul tema specifico; esso ha sede ha Strasburgo ed ha rapporti privilegiati con il Consiglio D’Europa ed il Comitato dei Ministri in virtù di un accordo di partenariato concretizzatosi nel 2004.
  • OSF Roma Initiative: Open Society Foundations Roma Initiative, è un gruppo di coordinamento di fondi e programmi operativi rivolti alla minoranza Rom, nell’ambito della vasta attività d’impegno sociale dell’Open Society Fundations, organizzazione fondata dall’uomo d’affari George Soros; OSF-Roma Initiative, oltre a coordinare le attività relative ai Rom nell’ambito di OSF, è impegnata a fornire supporto diretto alle organizzazioni rom della società civile in relazione a specifiche aree d’interesse.
  • OSCE: Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, promuove i diritti dei Rom e Sinti attraverso progetti inerenti la partecipazione politica, l’educazione, l’housing e la lotta contro il razzismo e la discriminazione. Tali attività sono operate attraverso il Punto di Contatto sulle questioni Rom e Sinti nell’ambito dell’ODHIR (Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani).
  • EUROMA: Network Europeo per l’Inclusione Sociale dei Rom è una rete di istituzioni ed organizzazioni coordinata dall’autorità di gestione spagnola del FSE. La rete è finanziata dalla Commissione Europea ed ha l’obiettivo di incrementare l’utilizzo dei Fondi Strutturali da parte delle Istituzioni Locali per azioni di Inclusione Sociale delle comunità rom.
  • DECADE OF ROMA INCLUSION 2005-2015: è una grande iniziativa che vede la collaborazione di governi, organizzazioni intergovernative come non governative volta a migliorare l’inclusione socio-economica e lo status sociale dei rom in 12 paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovacchia e Spagna.
               ISTITUZIONI ED ORGANIZZAZIONI ITALIANE

  • Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e Immigrazione: Il Dipartimento svolge funzioni e compiti spettanti al Ministero nella tutela dei diritti civili, ivi compresi quelli concernenti: l’immigrazione; l’asilo; la cittadinanza; le confessioni religiose. In particolare la Direzione Centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze ha come obiettivo principale quello di supportare l’esercizio e l’espansione dei diritti di libertà costituzionalmente protetti, con particolare riguardo alla cittadinanza e alle minoranze storiche etno-linguistiche. Tra le attività più rilevanti della Direzione Centrale figura lo studio delle realtà minoritarie etnico-linguistiche presenti in Italia.
  • UNAR: Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ufficio dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, opera nell’ambito del Dipartimento delle Pari Opportunità. L’UNAR è stato individuato come Punto di Contatto Nazionale per le Strategie d’inclusione dei rom fino al 2020.
  • Fondazione Caritas Migrantes: l’Ufficio Pastorale dei Rom e dei Sinti svolge da anni un’intensa attività di supporto alle comunità romanés.
  • Federazione Romanì: Organizzazione che comprende 22 tra le più rappresentative associazioni della società civile e singoli, sia rom che non rom.
  • Federazione Rom e Sinti Insieme: realtà federativa che vede l’associazione di numerose organizzazioni, in particolar modo sinte, gravitanti nel centro-nord Italia.
  • A.I.Z.O.: Associazione Italiana Zingari Oggi, organizzazione attiva da circa 40 anni, che gestisce progetti e attività nel Nord Italia.
  • Opera Nomadi Nazionale: Riconosciuta “Ente Morale” nel 1970 l’Opera Nomadi è una organizzazione democratica che ha il fine di salvaguardare e valorizzare il patrimonio sociale e culturale delle popolazioni rom, sinte e caminanti.

giovedì 30 gennaio 2014

Sinto il pugile zingaro Il 9 febbraio del '43 Johann Trollmann

"Rukelie" Trollmann, il pugile zingaro
che ridicolizzò il Terzo Reich
Johann Trollmann è soltanto uno dei 500.000 Rom e Sinti vittime del "Porrajmos",
Il tedesco è stato uno dei primi divi della boxe tedesca, ma era Sinti e non poteva essere tollerato dal regime nazista. La sua vita finì nel febbraio del 43' per mano di un kapò al quale aveva inflitto una dura lezione sul ring.
Il 9 febbraio del '43 Johann Trollmann è il detenuto numero 721/1943 e si trova all'esterno del campo di Neuengamme, nei pressi di Amburgo. È il suo turno di lavoro, indossa dei guantoni da boxe e non si accorge che il rumore dei passi di Emil Cornelius diventa sempre più assordante. Quel kapò disgraziato sta meditando la vendetta perché un paio di giorni prima è stato messo al tappeto proprio da Trollmann in un combattimento organizzato davanti a tutti i prigionieri e alle SS del lager. Uno sgarbo troppo grande. Da uno zingaro poi. Una pallottola lo condanna a essere un dimenticato dalla storia.
Johann Trollmann è soltanto uno dei 500.000 Rom e Sinti vittime del "Porrajmos", termine romanì traducibile in italiano con divoramento, distruzione o devastazione. Uno sterminio sconosciuto e quasi ignorato durante il processo di Norimberga. Basti pensare che il Dr. Robert Ritter e la sua assistente Eva Justin, fautori delle teorie discriminatorie sugli zingari, non furono condannati a nessuna pena per insufficienza di prove e dopo la guerra continuarono a lavorare come psicologi in strutture pubbliche.
Trollmann era un pugile straordinario. Un pugile tedesco nato da una famiglia sinti. Lo avevano soprannominato Rukelie ("albero") per la bellezza del suo fisico atletico, quasi fosse un baobab malgascio. Il fascino dei suoi riccioli scuri richiamava in platea un nutrito gruppo di fan donne e lo collocava già all'epoca nella categoria dei divi. Per Rukelie stare sul ring era come
stare sul palcoscenico dell'Opéra di Parigi o del Metropolitan di New York. I suoi movimenti veloci e tecnicamente impeccabili lo avevano eletto a primo ballerino della boxe. Uno stile tutto suo che molti anni dopo avrebbe caratterizzato anche Muhammad Ali.
La vita di Rukelie e le nefandezze del nazionalsocialismo si incrociano nel gennaio del 1933 quando vengono riorganizzati i club di pugilato in Germania e cominciano le persecuzioni di atleti non ariani. Il ring, d'ora in avanti, diventa un eccellente strumento di propaganda razziale, come teorizza Hitler nel suo Mein Kampf: "Nessun altro sport desta in così alto grado lo spirito di assalto, esige così fulminea decisione, rende forte e flessibile il corpo".
Arriva la notte del 9 giugno, la notte dello scontro per la corona dei pesi medi alla birreria Bock in Fidicin Strasse. A contendere il titolo a Trollmann c'è Adolf Witt. Poca cronaca, in sei round lo zingaro stende l'ariano. Per Rukelie è la vittoria più bella, la più importante e prestigiosa. Ma qualcosa non va. Dal pubblico si leva una voce. È quella di Georg Radamm, gerarca nazista e presidente del Deutscher Faustkämpfe, l'associazione dei pugili tedeschi. Ordina agli arbitri di far terminare la contesa in pareggio. La superiorità fisica della razza ariana presa a pugni da uno zingaro, sai che vergogna. Il pubblico non vuole essere complice di questa farsa, sa che Trollmann è il vincitore e dopo le proteste Rukelie diventa il nuovo campione tedesco dei pesi medi. Gli gettano al collo la corona e lui piange di felicità. Anche gli alberi hanno un cuore.
Qualche giorno dopo Trollmann legge una lettera scritta dalla federazione. Non è più il detentore del titolo perché le lacrime "non sono degne di un vero pugile". La corona dei medi è nuovamente libera e corre all'incontro del 21 luglio. Sul ring Trollmann si trova di fronte a Gustave Eder, un altro colosso ariano. Lo zingaro è il più forte, non dovrebbe poi avere tanti problemi. Ma le restrizioni delle SS arrivano ancor prima dell'inizio del match. Rukelie è costretto a non muoversi, a rimanere al centro del ring altrimenti può dire addio alla licenza di pugile. Delle siringhe di veleno per uccidere un albero secolare. Lui capisce tutto e si presenta in una veste mimica che probabilmente avrebbe fatto sentire piccolo anche un maestro come Buster Keaton. I capelli tinti di biondo e il corpo cosparso di farina, praticamente la perfetta caricatura dell'ariano stereotipato. In cinque round Rukelie calpesta un'ideologia vuota e malata con il coraggio di chi è in grado di ironizzare anche nella tragedia, ma subisce la sconfitta definitiva. Di pugile e di uomo.
Con le leggi razziali di Norimberga la persecuzione di Rom e Sinti si accentua sempre più e per l'ormai ex pugile inizia il calvario della deportazione. Nel lager di Neuengamme incontra, ironia della sorte, un collega sportivo. Tull Harder non è però nella sua stessa situazione. L'ex centravanti dell'Amburgo è iscritto al Partito Nazista, è un membro delle SS e partecipa allo sterminio di massa. Da adesso, e fino al 9 febbraio del '43, la storia di Trollmann si collega alle altre 499.999 perché Rukelie è soltanto un esempio dell'olocausto globale e dimenticato della popolazione zingara. Nel 2003, dopo sessant'anni di indifferenza, la federazione dei pugili professionistici tedeschi ha restituito agli eredi la sua cintura da campione.
 (27 gennaio 2014) di ADRIANO LO MONACO www.repubblica.it

www.porrajmos.it sinti e rom il Divoramento di un popolo dimenticato

Sinistre analogie tra presente e passato di Rom e Sinti nella Giornata della Memoria
Sterilizzazione mediante pratiche cruente, isolamento di diversi giorni in gabbie, iniezioni di germi e virus patogeni per osservare le reazioni dell’organismo, ingestione forzata di quantità d’acqua salata tali da farli morire durante esperimenti di desalinizzazione.
Soprattutto l’orrore d’esperimenti inutili su cavie umane, perlopiù bambini gemelli, da parte di veri e propri macellai in camice bianco come il tristemente noto Mengele. Queste ed altre furono le atrocità riservate a rom e sinti in Europa durante le folli campagne razziste del terzo reich hitleriano.
Difficile stabilire quanti furono trucidati nei campi di concentramento tedeschi, perché, a differenza ad esempio degli ebrei, i membri di queste minoranze spesso non erano censiti.
Secondo lo studioso Ian Hancock, dell’Università del Texas, furono tra i cinquecentomila e il milione e mezzo i romanì sterminati. Per Sybil Hamilton, storica dello Holocaust Memorial Museum, è più plausibile che le vittime siano state dalle duecentoventimila alle cinquecentomila. Qualunque sia la cifra più vicina al vero si tratta comunque di numeri da capogiro, che lasciano sgomenti, impossibili da dimenticare.
Eppure è così: il Porajmos (o Porrajmos, “devastazione, grande divoramento” in lingua romanì), lo sterminio di Rom e Sinti, più comunemente chiamati zingari, da parte dei nazifascisti, mai citato nei processi per i crimini contro l’umanità come quello di Norimberga, dove nessuno si premurò d’invitare membri di queste comunità, continua ad essere confinato tra quegli stralci di verità storica relegati nel dimenticatoio che rendono significativamente lacunosa quella memoria che oggi, 27 gennaio 2014, ci si affanna a celebrare.
Fortunatamente, eventi come quello svoltosi ieri sera a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne in Via della Lungara, dal titolo “Samudaripen. Tutti morti. Memorie dello sterminio dimenticato di rom e sinti” a cura dell’Associazione 21 Luglio e dell’Associazione Sucar Drom, hanno certo l’indubbio merito di contribuire alla commemorazione di questa tragedia sottolineando nel contempo l’assurdità di certe politiche tuttora attuate nei confronti delle comunità rom e sinti in Italia. Politiche che continuano a ruotare intorno alla costruzione e mantenimento nel nostro paese dei famigerati “campi nomadi” in cui queste persone (spesso cittadini italiani e comunque, salvo rari casi di apolidia, per gran parte cittadini comunitari) vengono concentrate, socialmente escluse, segregate di fatto su base etnica.
Così ci sembra pleonastico oggi, ridondante, parlare di salvaguardia della memoria mentre l’Italia sembra dimenticare, nella continua dichiarazione di politiche securitarie e stati d’emergenza fortunatamente cassati dalla Corte Costituzionale e condannati dall’Europa, l’oscenità dei decreti di respingimento di rom e sinti alle frontiere seppure dotati di documenti o i campi di concentramento per zingari istituiti durante il regime fascista: Agnone (Isernia), Berra (Ferrara), Bojano (Campobasso), Bolzano, Ferramonti (Cosenza), Tossicìa (Teramo), Vinchitauro (Campobasso) e Perdasdefogu (Ogliastra). Luoghi tenebrosi, invivibili, in cui i membri di queste minoranze vivevano affamati, segregati, forse non eliminati fisicamente come nei lager dell’alleato germanico ma comunque costretti a forme estenuanti e rischiose di lavoro coatto (ad Agnone sembra che gli zingari fossero utilizzati per piazzare intorno al campo le mine che dovevano fermare l’avanzata degli alleati).

Realtà ai più poco note che solo recentemente cominciano ad affiorare grazie ad iniziative come “Memors. Il primo museo virtuale del Porrajmos in Italia”, progetto finanziato dall’Unione Europea, diretto e presentato dall’ottimo Luca Bravi (Università Telematica L. Da Vinci di Chieti), che ha come obiettivo proprio ricostruire storia e memoria della deportazione delle popolazioni sinte e rom all’interno dei campi di concentramento sparsi sul territorio Italiano, raccogliendo le preziose testimonianze dei sopravvissuti e dei loro discendenti.
“Il 27 gennaio sta diventando il giorno della falsa coscienza, della retorica. Il limite principale, e il grande equivoco è di non aver capito, prima di tutto, che questa giornata non è stata istituita solo per gli ebrei” - ha dichiarato Moni Ovadia intervenuto a sorpresa a conclusione dell’evento – “Nei lager nazisti sono morte tra gli undici e i tredici milioni di persone. Di questi 6 milioni sono ebrei. Ma 500mila erano rom e sinti, 3 milioni gli slavi e poi omosessuali, antifascisti, testimoni di Geova. Perché non si parla anche di loro?”
Già, perché? Eppure la domanda pertinente di Ovadia sembra cadere nel vuoto, nell’insignificanza prodotta dallo sconforto mentre scorrono le disturbanti immagini in alta definizione di “Terrapromessa”, documentario di Mario Leombruno e Luca Romano, sul “campo rom” di Masseria del Pozzo a Giugliano, in provincia di Napoli, dove l’amministrazione comunale ha trasferito oltre 400 persone, tra cui 250 bambini, sopra una discarica da cui fuoriescono gas tossici dannosi per la salute.
Semplicemente esistono perseguitati di serie B, figli di qualche dio minore cui non è solo negata la dignità della memoria storica, ma per i quali si intravede uno sconcertante filo di continuità tra passato, presente e futuro laddove l’insensibilità, la cecità, forse l’interesse a mantenere uno stato d’emergenza attorno al quale ruota un indotto d’economia non indifferente (quasi 70 milioni di euro spesi tra 2005 e 2011 solo nella capitale per la creazione e gestione dei cosiddetti “campi attrezzati”) creano un senso d’angoscia ed apprensione in chiunque abbia a cuore minimamente il rispetto dei diritti umani fondamentali.
«Preoccupante, ancora una volta, l’assenza delle istituzioni di Roma Capitale a iniziative che mirano, a partire dalla memoria, alla creazione di un dialogo e all’individuazione di soluzioni condivise», ha sottolineato l’Associazione 21 luglio nel comunicato stampa a seguito dell’iniziativa, ricordando come i vertici dell’amministrazione capitolina fossero stati invitati per tempo.
Preoccupante, certo, specie per chi non ha dimenticato le recenti dichiarazioni del sindaco di Roma a proposito di queste minoranze: “Roma dimostrerà di essere una città che accoglie ma che non accetta il disprezzo delle regole. bonificheremo le aree del lungotevere, miglioreremo la pista ciclabile, prepareremo degli accessi affinché le persone anziane e i bambini possano godere del parco della Magliana sul Tevere, ma allontaneremo da quegli insediamenti abusivi i rom”.
Gianni Carbotti, Camillo Maffia

Sinti e Rom Non sono tutti ladri o malfattori? Anziani e Bambini

Vicenza non sono tutti ladri o malfattori chi sbaglia paga con la legge! non con il popolo, la legge: e uguale per tutti! anche per i sinti e rom i gaggi non tutti  sono uguali?
Presidente Associazione Sinti Italiani in viaggio per il diritto e la cultura
non difendiamo il delinquenti ma difendiamo ! il diritto di chi non lo E noi voremmo recuperare con il recupero sociale del ugualianza culura e percorso di dialogo e stima
Davide Casadio
Associazione Civica Vicenza Capoluogo - Il buon governo di una città passa necessariamente dalla reale e concreta volontà di aiutare tutte le famiglie a soddisfare i propri bisogni primari quali la casa, il vitto, l’istruzione, il lavoro. Le famiglie devono essere certe che nella nostra città si applicano a tutti le stesse norme e che non ci sono famiglie di serie A e di serie B.
Qualcuno ha riproposto di tornare a installare un contatore unico nei campi dove risiedono le famiglie sinte e rom, creando nuovamente una discriminazione che per anni non ha consentito di sostenere ed aiutare chi effettivamente si dimostrava desideroso di fare parte della nostra comunità. L’ambiguità, l’uniformare tutti e tutto, l’indeterminatezza provocano diseguaglianza. La modalità di conteggio dei servizi al campo fatta dalla scorsa Amministrazione Variati (da forfait a consumo, da un unico contatore a contatori familiari) ha riportato all'equità una situazione che questa sì, era discriminatoria nei confronti di tutti gli altri cittadini che pagavano e pagano i propri consumi.
I contributi economici sono denari pubblici ed è per questo che, sempre la scorsa Amministrazione Variati, ha voluto coinvolgere tutto il Consiglio Comunale – e quindi tutte le forze politiche della città – affinchè si approvasse un regolamento, che è pubblicato sul sito del Comune
(http://www.comune.vicenza.it/utilita/documento.php/80763 ) e che invitiamo tutti i cittadini a leggere, al fine di disciplinare in modo chiaro e trasparente il sostegno economico a persone e famiglie in situazione di bisogno.
Un regolamento per il quale l’allora assessore ai servizi sociali Giovanni Giuliari si era speso molto, approvato dal Consiglio Comunale il 9 aprile 2013, quindi anche da chi oggi dichiara che è diseducativo pagare le bollette alle famiglie sinte e rom. In particolare è stata accolta anche la proposta di escludere dall'accesso ai contributi le persone con manifesta incongruenza tra quanto dichiarato ed il loro tenore di vita oppure per l’inosservanza degli impegni presi con il Comune stesso.
Ed è in quel regolamento comunale che, dalle prese di posizione assunte da diverse forze politiche sembra essere andato nel dimenticatoio, è previsto il sostegno economico finalizzato ad un servizio alla comunità quale il volontariato o attività gratuite a favore della città.
In esso sono disciplinati i criteri per l'erogazione dei contributi, che includono, e sottolineiamo includono, tutte le famiglie vicentine che si trovano in situazione di bisogno. Per completezza di informazione aggiungiamo che tutti i contributi erogati dall'Amministrazione sono visibili sempre nel sito del Comune http://www.comune.vicenza.it/utilita/documento.php/81040. Ma la parità di diritti e doveri non deve valere per tutti? Oppure è una parità per tutti, tranne qualcuno?
Noi non ci stiamo a questa modalità con cui si affronta in città il problema delle persone sinte e rom, molte delle quali hanno saputo interagire con la città in maniera leale ed onesta. Anche i rom e sinti della nostra città meritano pertanto rispetto e non possono essere considerati tutti ladri o malfattori.
E’ necessario pertanto continuare a considerare le famiglie sinte e rom alla pari delle altre e soprattutto chiedere e pretendere che la parola legalità non sia un termine che esce dalla nostra bocca solo quando ne abbiamo interesse, ma che ogni giorno si attivino processi e percorsi di verifica e controllo che anche in un’Amministrazione Comunale sanno produrre circuiti virtuosi capaci di far sentire ogni cittadino orgoglioso di appartenere alla sua comunità. www.vicenzapiu.com

mercoledì 29 gennaio 2014

È un insegnamento che dovremmo ricordare tutti il Regime Nazista !!


Giornata della Memoria: Kyenge, Il ricordo di alcuni può servire a smuovere le azioni di tanti.
 Dovere morale di abbattere un pregiudizio, combattere una discriminazione causata per il colore della pelle, per la religione, per l'origine etnica.
«La Giornata della Memoria, da qualche anno, è per noi italiani, un'occasione per compiere un rito di commemorazione collettiva che serve per rinnovare e per imprimere nelle menti delle nuove generazioni, l'idea che la follia delle deportazioni di massa, dei genocidi e delle discriminazioni, più in generale, non debba mai più avvenire.
Ricordare, resistere alla violenza, dare il buon esempio: sembrano frasi antiche, polverose, non al passo con i tempi. Eppure quanta forza c'è nel ricordo dei sopravvissuti e nei loro racconti. Il ricordo di alcuni può servire a smuovere le azioni di tanti. È un insegnamento che dovremmo ricordare tutti, noi che abbiamo responsabilità politiche più di tutti, ma ognuno di noi verso il suo prossimo. Ognuno di noi può fare qualcosa, può diventare un eroe comune, come i sopravvissuti».
Queste le parole della ministra per l'Integrazione Cécile Kyenge, intervenuta all'auditorium di Roma per le celebrazioni della "Giornata della Memoria" organizzata da Roma Capitale.
«I giovani rappresentano il futuro del nostro Paese e su loro vale  veramente la pena di scommettere. Voglio dire questo ai ragazzi: ispiratevi alla forza di chi si oppose al regime Nazista, alla Costituzione e alla Dichiarazione dei diritti umani tutte le volte che avvertirete il dovere morale di abbattere un pregiudizio, combattere una discriminazione causata per il colore della pelle, per la religione, per l'origine etnica, per l'orientamento sessuale.
Ricordare e resistere, ricordare per resistere. Ecco cosa ci porta la giornata di oggi, perché ognuno di noi ricordi che la Shoah, lo sterminio nazista di milioni di persone di religione ebraica ma anche di Rom e Sinti di omosessuali, di neri e di qualsiasi altra persona che non rispondeva all'idea dell'uomo di razza ariana, è stato un male assoluto».  www.integrazione.gov.it

martedì 28 gennaio 2014

Shoah - Porrajmos Giorno della Memoria 27 Gennaio 2014

Intervento del Presidente Napolitano in occasione del "Giorno della Memoria" 27 Gennaio 2014Palazzo del Quirinale  27/01/2014 Sinti e Rom. www.quirinale.it

In questi anni la sinti Italiani in viaggio per il diritto e la cultura. Siamo stati invitati da cinque anni consecutivi per partecipare alle cerimonie del quirinale a Roma  come rappresentanza dei sinti e rom in Italia. Abbiamo chiesto di presentare il  www.porrajmos.it  lo sterminio il divoramento del popolo sinti e rom, che per noi sinti e rom e stato molto importante e dignitoso per questi anni
Partecipando  Ufficialmente con una delegazione della Federazione Rom e Sinti Insieme, il capo dello stato ci a dato la possibilità  di partecipare e di poterci salutarci  ufficialmente con il presidente della Federazione  Sinti e rom insieme, in questi anni abbiamo lavorato per riportare la dignità e rispetto e diritto delle popolazioni  sinti e rom in Italia.
La federazione ha presentato e proposto  e riunito e manifestato un vero percorso di partecipazioni alle costituzioni al Governo e al parlamento Italiano, per percorrere obbiettivo del uguaglianza della dignità. E soprattutto  il riconoscimento dello stato Italiano.
        Principi fondamentali
         Art. 3
Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

I Lavori della Federazione Sinti e Rom Insieme
·         il 9 novembre 2011 la piazza ricordiamo "Tutti Uniti"  Montecitorio Roma
·         La ricostruzione storica della persecuzione razziale di Rom e Sinti, www.porrajmos.it  in lingua romanì, sarà illustrata oggi dal prof. Luca Bravi dell’Università di Firenze con ampia documentazione di accurate ricerche.
·          www.camera.it L'internamento dei Rom e dei Sinti in Italia dal '40 al '43Sala del Mappamondo - Camera dei Deputati

Cambio dell'aiuto della comunità sintie e rom

Rom. Il sindaco di Vicenza Achille Variati: "Basta con l'assistenzialismo, sostegno al reddito in cambio di volontariato"
"Questi nomadi, che poi nomadi non sono perché sono stanziali nella mia città da oltre trent'anni, sono cittadini italiani residenti...
"Questi nomadi, che poi nomadi non sono perché sono stanziali nella mia città da oltre trent'anni, sono cittadini italiani residenti qui, non sono stranieri, anche se diversi per cultura e modo di vivere. Per me i cittadini sono cittadini, così come i bambini sono bambini. E basta".
A parlare così è il sindaco Pd di Vicenza Achille Variati che spiega la nuova politica di sostegno al reddito adottata dal suo comune. L'idea nasce da un episodio avvenuto a dicembre: "Rom e sinti vivono in roulotte e case mobili collegate all'energia elettrica attraverso un contatore familiare. Prima di natale alcune di queste famiglie non hanno potuto pagare l'energia, siccome c'erano anche bambini e anziani ammalati, non me la sono sentita di lasciarli al freddo con temperature vicine allo zero. Non voglio avere sulla coscienza un bambino che muore di broncopolmonite". Tra le proteste dell'opposizione l'amministrazione comunale ha sborsato così circa 60 mila euro per saldare le bollette insolute. Di qui il progetto del sindaco Variati: "La mia tesi, che è poi la stessa del ministro Giovannini nel campo del contrasto alla povertà, è questa: se sei un cittadino veramente povero, bisognoso di aiuti economici, se non sei inabile al lavoro, finché non trovi lavoro per tornare all'autonomia, ti metti volontariamente a disposizione per progetti di lavori socialmente utili in cambio dell'aiuto della comunità. Se non c'è questo concetto di reciprocità siamo nella vecchia concezione stantia dell'assistenzialismo che ha prodotto tanti danni in questo paese. A quanti si rifiuteranno pur essendo in grado di lavorare, non garantiremo gli aiuti per poter vivere nella propria casa e li inviteremo a servirsi dell'albergo cittadino".
www.radio24.ilsole24ore.com

Rom e sinti morti nei lager a Roma

Stermini dimenticati per ricordare rom e sinti morti nei lager

Il percorso della memoria tiene conto di tutte le etnie e di tutte le differenti vittime»
LA MEMORIA È PER TUTTE LE VITTIME» - «Lavoreremo affinché accanto alla targa dedicata a rom, sinti e camminanti, qui in via degli Zingari, vi sia una lastra con tutta la lunghissima lista dei nomi di questi altri stermini», ha annunciato Alfonsi. A chiudere la commemorazione, l’assessore Cattoi: «Il percorso della memoria che noi proponiamo alle scuole tiene conto di tutti gli stermini, di tutte le etnie e di tutte le differenti vittime, dai disabili agli extracomunitari agli omosessuali».

ROMA - Una fiaccolata in via degli Zingari per ricordare gli «stermini dimenticati», in particola quello dei popoli rom e sinti: tra 500 mia e un milione e mezzo di loro - secondo lo studioso Ian Hancock dell’università del Texas - morirono nei campi di concentramento nazisti.,
IL CORTEO - Il corteo ha sfilato alla presenza di Claudio Procacci, della Comunità ebraica di Roma, dell’assessore capitolino alla Scuola Alessandra Cattoi, della presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi e di Francesco Vito Polcaro, dell’Anpi.

lunedì 27 gennaio 2014

Si deve intervenire contro ogni forma di istigazione all'odio razziale, che incitano all'odio razziale


Intervento del Presidente Napolitano in occasione del "Giorno della Memoria" 27 Gennaio 2014
Palazzo del Quirinale, 27/01/2014     Sinti e Rom
Abbiamo cercato in generale di rafforzare il dialogo tra la cultura, la scuola, i giovani e lo sviluppo di una comune coscienza storica e civile a presidio di un clima di autentico rispetto per l'ebraismo e di vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo comunque camuffato.
il Giorno della Memoria è diventato un tassello essenziale del rafforzamento delle basi di conoscenza, di sensibilità umana e morale, di combattività in difesa della pace e dei diritti umani : che sono le basi fondamentali della nostra democrazia. Una democrazia che non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare - voglio dire - ad essere esposti "gli innocenti e gli indifesi di sempre" come li ha definiti il Presidente Gattegna : "gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali", e, aggiungo, gli stranieri.

Vorrei concludere con qualche parola sul modo di vigilare e di intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, di razzismo, di violenza contro "gli innocenti e gli indifesi".
uno dei tanti italiani senza colpa sui quali il fascismo ha fatto ricadere la macchia delle leggi razziali e della turpe complicità con la persecuzione nazista contro gli ebrei.
Sul piano giudiziario e della tutela dell'ordine pubblico e della convivenza civile, si può già oggi e si deve intervenire contro ogni forma di istigazione all'odio razziale, foriera di violenze e di forme inammissibili di mortificazione della libertà e serenità delle persone e dei gruppi assunti come bersaglio.
Per citare un altro grande paese - anche a conferma di come vecchi veleni circolino in tutta Europa - ricorderò l'ordinanza recente del Consiglio di Stato francese che ha convalidato il divieto di uno spettacolo caratterizzato da "intenti antisemiti, che incitano all'odio razziale, e, in spregio della dignità della persona umana, che fanno apologia delle discriminazioni, persecuzioni e azioni di sterminio perpetrate nel corso della seconda guerra mondiale."



Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio.

ROMA Quirinale: Napolitano: Memoria si tutela con la Cultura
Il presidente della Repubblica, nel corso della cerimonia al Quirinale, invita a vigilare contro "ogni forma di razzismo".
Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio.

Capo dello Stato - non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare ad essere esposti, gli 'innocenti e indifesi di sempre' come li ha definiti il presidente della comunità ebraica Gattegna: ebrei, rom, sinti,
ROMA -Occorre "vigilare e intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, di razzismo, di violenza contro gli innocenti e gli indifesi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per il Giorno della Memoria.
"Una democrazia - ha avvertito il capo dello Stato - non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare ad essere esposti, gli 'innocenti e indifesi di sempre' come li ha definiti il presidente della comunità ebraica Gattegna: ebrei, rom, sinti, disabili, malati di mente, omosessuali e, io aggiungo, gli stranieri". Ecco perché, secondo Napolitano, il Giorno della Memoria "è diventato un tassello essenziale del rafforzamento delle basi di conoscenza, di sensibilità umana e morale, di combattività in difesa della pace e dei diritti umani, che sono le basi fondamentali della nostra democrazia".

sabato 25 gennaio 2014

Allaciamenti, di naatura ferfetaria, e le famiglie, sinti e rom

A Vicenza incitamento al “Odio Raziale”  nei confronti di  minoranza Sinti e Rom
Per che l’amministrazione comunale hanno pagato, le Bollette dei sinti della Camo Nomadi di Viale Cricoli, di Vicenza circa  25 famiglie,  con uomini, donne,  bambini, anziani, anche ammalati ? che vivono da 40 anni  A Vicenza stanziali, senza margini di lucro, con la crisi alle spalle e con continui pregiudizi discriminazioni Razzismo diffuso  e una esclusione dal lavoro continua e  per  sopravvivere diventa difficoltoso  con la Raccolta del ferro vecchio, il vendere porta a porta, pochi che lavorano di nascosto senza dire che loro appartengano al popolo dei sinti e dei rom la Associazione sinti Italiani in viaggio per il diritto e la Cultura, a aiutato a fare Da mediazione fra comune, e gli enti locali, e sinti e rom e in questi ultimi 5, anni abbiamo ribadito che per venirne fuori dalle problematiche cera un grande Bisogno di costruire un tavolo di  lavoro, per ogni tema e crediamo che la “Strategia nazionale di inclusione sociale 2012 – 2020” sia molto importante per affrontare  la parte ente sinti e rom  i quattro assi Lavoro Habitat Istruzione e Salute e Cultura di con sinti e rom e Amministrazione del Comuni di Vicenza anche con la Provincia di Vicenza  per da possibilità  hai sinti e rom della provincia soprattutto del capo luogo! come esempio di buone pratiche, e di un interazione di mediazione di avere la possibilità di intervenire nei bisogni espressi sia da parte della minoranza, e anche dalla maggioritaria, i Progetti presentati non accettati! Dal raggiuta comunale la situazione si è aggravata quanto i responsabili del comune vanno a cambiare gli alaci da forfeit a misuratori elettronici. Il cambiamento luoso e laspetto diventa piu oneroso e il costo diventa maggiore in tanto la (delibera 38 diventa dal 19 Luglio 2012  294/R/eel )  le conessiani anno avuto un cambiamento! Le federazioni e le Associazioni incominciano un percosro di mediazione tra governo delle autorita con i sinti e rom che iniziano avere i primi   allaciamenti,  di naatura ferfetaria, e le  famiglie, sinti e rom e quelli delle carovane viagianti nel periodo invernale si stanziono per svernare linverno, con le giostre di lavoro invernale  e necessitano del furfetario,   solo per carovane e le  case mobili stanziali    che diventono le case dei sinti e dei rom nelle regioni di Italia in tanto a vicenza alcuni delegati della Associzione si consultano con i dirigenti e responsabili e lasciano il tutto nel casetto e intanto i contatori di misuratori eletronici misurato un consumo ecessivo e non riescono a agere tutta le bollette arrivano secondo il loro paget, di raccolta del ferro cuotidiano al mantegnimento della famiglia alargata e oggi il problema a Vicenza diventa veramente pericoloso atraverso gli stremisti forcchettoni comitati anti zingari comitati boletta dey e tanti discriminazioni indierette e dirette noi chidiamo che lintervento a ristabilire la situazioni e per farlo ce bisogno di conoscenza con la magioritaria Vicentina e con gli enti locali.
 Riccordiamo!  oggi Gennaio 25, dopo domani 27 il giorno della Memoria giorno della liberazione dai cancelli di  L’olocausto dei sinti e dei rom viene chiamato “Porrajmos”  a. nella lingua dei Rom significa "divoramento" La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico) Il 2 agosto 1944 è una data che l'intera etnia zingara non potrà mai dimenticare. In questo giorno 3.000 Rom e Sinti vennero sbattuti e uccisi nelle Camere a gas del Campo di concentramento di Auschwitz.
Era l'ultimo atto dell'atroce operazione di sterminio della "razza zingara" da parte dei nazisti. Perché, fatto che molti ignorano, accanto alla Shoah degli Ebrei, si consumò anche quella, indubbiamente di minori dimensioni, degli zingari. Nel corso della Seconda guerra mondiale ne furono uccisi, per lo più nei Lager, circa 500.000.
Davide Casadio Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme.

"Tutti Uniti" il 9 novembre 2011 la piazza ricordiamo il Lavoro della Federazione sinti e rom

Ricordiamo Manifestazione nazionale rom e sinti UNITI.
A Roma per chiedere riconoscimento 
Davide Casadio Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme ricorda  14 novembre 2011


- di Gian Luca Magagni -
Davanti a Montecitorio illuminato da uno splendido sole alle 9 in realtà siamo in pochi. Un centinaio di sinti stanno presidiando la piazza, luogo concordato per la manifestazione. Da lì a poco arriveranno anche altre persone, tanti sinti provenienti per lo più dal nord Italia. La manifestazione è stata indetta per chiedere a Parlamento e Senato il riconoscimento della minoranza linguistica e la giornata della memoria per commemorare i morti del genocidio nazista, il diritto al lavoro, alla casa, alla scuola ecc. all’iniziativa hanno partecipato circa 300 persone.
Anche se il numero dei partecipanti è stato modesto, il 9 novembre la piazza è stata presidiata fin verso le 13, ora in cui due delegazioni di manifestanti sono state accolte in Parlamento e in Senato. Le delegazioni sono state costituite dai rappresentanti delle associazioni di sinti e rom che hanno aderito all’iniziativa. Durante la mattina la fantasia musicale del popolo romanì ha allietato il passare delle ore, interrotta dagli interventi dei vari presidenti delle associazioni. Qualche parlamentare si è fermato a parlare con i sinti per capire il motivo della protesta e dare la disponibilità a sostenere le rivendicazioni. Tanti sono stati i giornalisti presenti, sul tg 2 delle 13 eravamo già in onda!
E’ bene sottolineare come l’iniziativa del Presidente di Rom e Sinti Insieme abbia avuto ascolto da parte dei politici sia in Senato che in Parlamento, e come si sia potuto spiegare loro i vari punti del documento redatto dalle associazioni. Ora spetta alle forze politiche dimostrare davvero la volontà di riconoscimento del popolo rom e sinto. Una figura importante in Parlamento e che da tanti anni sostiene sinti e rom in questo percorso di conquista dei propri diritti è l’onorevole Letizia de Torre che è la persona che ha sensibilizzato il Parlamento per l’istituzione della giornata in ricordo dell’atrocità della promulgazione delle leggi razziali, leggi che avrebbero poi portato alle deportazioni nei campi di concentramento.

Una riflessione rispetto ai numeri di presenza bisogna però farla: si ritiene che in Italia i sinti e i rom siano circa 160.000 di cui il 70% italiani. Ebbene questo dato deve far pensare a tutti quelli che non si sono voluti alzare a camminare sulla nostra strada, ai tanti che non erano presenti a Roma con noi. Ci deve spingere a parlare con tutti coloro che mercoledì non erano in Piazza Montecitorio, perché è solo UNITI (come diceva lo slogan della manifestazione) che avremo successo, attraverso l’accettazione della diversità altrui, anche di pensiero e nel rispetto dei diritti di tutti.  www.forumpace.it-rom-e-sinti-uniti
14 novembre 2011

venerdì 24 gennaio 2014

Preoccupati solo di esorcizzare le proprie paure e debolezze.

Chi ha paura degli zingari?
Nei prossimi giorni si celebra la Giornata della Memoria. Ebbene, non perdiamola questa memoria, ricordiamoci dove portò la paura del diverso nei tristissimi anni del nazi-fascismo. Rom solo perché i nomadi sono diversi da noi. Non c’entrano i soldi spesi, non c’entra altro che la “paura del diverso”.
Cos’è questo Giano bifronte, questa bella Vicenza patria di arte, cultura e di letterati? Cos’è questa Vicenza che, anche ai giorni nostri, da un lato dà Cardinali alla Santa Sede e brilla per fede cristiana, e da un altro lato si indigna se il Comune paga la bolletta elettrica ad alcune famiglie di un campo nomadi? Per fortuna la risposta è semplice, ed anche rassicurante. No, la carità cristiana non è morta a Vicenza, c’è ancora chi non pensa solo in termini monetari, chi non si accanisce con i più deboli spinto dalla facile ricerca di un consenso. Non abbiamo dubbi sul fatto che la maggior parte dei nostri concittadini consideri un gesto di semplice civiltà non infierire contro una comunità di zingari, e riconosca che un’amministrazione comunale ha il dovere di evitare gravi disagi a qualsiasi cittadino, per quanto egli possa essere “sui generis”.
E non c’è neanche bisogno di essere ferventi cristiani, basta un minimo di umanità, di civiltà, basta soprattutto superare l’egoismo di chi, spesso anche benestante, è infastidito dal “diverso”. Già, perché alla fine proprio di questo si tratta. Si critica il Comune di Vicenza che paga la bolletta di alcune famiglie Rom solo perché i nomadi sono diversi da noi. Non c’entrano i soldi spesi, non c’entra altro che la “paura del diverso”.
Nei prossimi giorni si celebra la Giornata della Memoria. Ebbene, non perdiamola questa memoria, ricordiamoci dove portò la paura del diverso nei tristissimi anni del nazi-fascismo.
Anche perché aver paura di chi non è come noi, perché è uno zingaro, o un omosessuale, o un ebreo, o semplicemente perché ha idee opposte alle nostre, è solo dimostrazione di debolezza e di mediocrità. Chi è magnanimo (nell’etimologia pura della parola, ovvero ha un animo grande) non si spaventa di fronte ad un uomo con la pelle di un colore diverso, o di una differente cultura. Anzi, sa che tendergli la mano, aiutarlo, vuol dire soprattutto rendere possibile una convivenza che andrà poi a vantaggio di tutti.
Qualcuno potrà dire che c’è la crisi economica, che vi sono tante famiglie vicentine in difficoltà e che bisognerebbe pensare prima a risolvere le nostre situazioni difficili. E’ vero, il periodo è di quelli difficili, ma non è con l’egoismo, e soprattutto con la propaganda pelosa e interessata, che si risolvono i problemi. Lo si può fare invece uniti, solidali, votati alla giustizia e alla verità,  e soprattutto rivolti verso il bene comune e non verso un proprio tornaconto, preoccupati solo di esorcizzare le proprie paure e debolezze.  www.vicenzareport.it   
Franco Oriolo