venerdì 24 gennaio 2014

Preoccupati solo di esorcizzare le proprie paure e debolezze.

Chi ha paura degli zingari?
Nei prossimi giorni si celebra la Giornata della Memoria. Ebbene, non perdiamola questa memoria, ricordiamoci dove portò la paura del diverso nei tristissimi anni del nazi-fascismo. Rom solo perché i nomadi sono diversi da noi. Non c’entrano i soldi spesi, non c’entra altro che la “paura del diverso”.
Cos’è questo Giano bifronte, questa bella Vicenza patria di arte, cultura e di letterati? Cos’è questa Vicenza che, anche ai giorni nostri, da un lato dà Cardinali alla Santa Sede e brilla per fede cristiana, e da un altro lato si indigna se il Comune paga la bolletta elettrica ad alcune famiglie di un campo nomadi? Per fortuna la risposta è semplice, ed anche rassicurante. No, la carità cristiana non è morta a Vicenza, c’è ancora chi non pensa solo in termini monetari, chi non si accanisce con i più deboli spinto dalla facile ricerca di un consenso. Non abbiamo dubbi sul fatto che la maggior parte dei nostri concittadini consideri un gesto di semplice civiltà non infierire contro una comunità di zingari, e riconosca che un’amministrazione comunale ha il dovere di evitare gravi disagi a qualsiasi cittadino, per quanto egli possa essere “sui generis”.
E non c’è neanche bisogno di essere ferventi cristiani, basta un minimo di umanità, di civiltà, basta soprattutto superare l’egoismo di chi, spesso anche benestante, è infastidito dal “diverso”. Già, perché alla fine proprio di questo si tratta. Si critica il Comune di Vicenza che paga la bolletta di alcune famiglie Rom solo perché i nomadi sono diversi da noi. Non c’entrano i soldi spesi, non c’entra altro che la “paura del diverso”.
Nei prossimi giorni si celebra la Giornata della Memoria. Ebbene, non perdiamola questa memoria, ricordiamoci dove portò la paura del diverso nei tristissimi anni del nazi-fascismo.
Anche perché aver paura di chi non è come noi, perché è uno zingaro, o un omosessuale, o un ebreo, o semplicemente perché ha idee opposte alle nostre, è solo dimostrazione di debolezza e di mediocrità. Chi è magnanimo (nell’etimologia pura della parola, ovvero ha un animo grande) non si spaventa di fronte ad un uomo con la pelle di un colore diverso, o di una differente cultura. Anzi, sa che tendergli la mano, aiutarlo, vuol dire soprattutto rendere possibile una convivenza che andrà poi a vantaggio di tutti.
Qualcuno potrà dire che c’è la crisi economica, che vi sono tante famiglie vicentine in difficoltà e che bisognerebbe pensare prima a risolvere le nostre situazioni difficili. E’ vero, il periodo è di quelli difficili, ma non è con l’egoismo, e soprattutto con la propaganda pelosa e interessata, che si risolvono i problemi. Lo si può fare invece uniti, solidali, votati alla giustizia e alla verità,  e soprattutto rivolti verso il bene comune e non verso un proprio tornaconto, preoccupati solo di esorcizzare le proprie paure e debolezze.  www.vicenzareport.it   
Franco Oriolo

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