Mediatore culturale a rischio e i nomadi assediano la Provincia
Sit-in dei nomadi, con tanto di polizia schierata, davanti alla Provincia di Mantova. Sinti e rom hanno protestato contro la ventilata soppressione della figura del mediatore culturale, oggi ricoperta da Carlo Berini. E l’incontro sugli aiuti al campo rom è saltato. L’assessore provinciale di Sel, Elena Magri, sostiene che quella figura è un ostacolo: "Berini non ci lascia parlare con la sua gente"

MANTOVA.
Doveva essere la giornata della programmazione delle attività 2013 per favorire l’integrazione di sinti e rom, con il tavolo tra Provincia, Comune, piano di zona, Fondazione Cariplo, Fondazione Marcegaglia e Caritas. È finita in polemica, con la polizia a presidiare Palazzo di Bagno e la riunione saltata nel fastidio delle fondazioni e del braccio diocesano per la solidarietà. Un fastidio non certo trascurabile, perché è da lì che arriva il denaro per i progetti che hanno come obiettivo finale la chiusura del campo e il pieno inserimento dei nomadi nella società.
Ad alzare la tensione fino a far saltare la riunione è stata la manifestazione promossa dall’associazione
Sucar Drom. Era stato il vicepresidente Carlo Berini alla vigilia a far filtrare agli invitati la decisione di portare in via Principe Amedeo decine di nomadi per protestare contro la Provincia, e in particolare l’assessore Elena Magri, colpevoli di «voler far saltare il protocollo firmato con gli altri enti impedendo la chiusura del campo nomadi».
Così alle 14.30 di ieri una cinquantina tra Sinti e Rom, con ampio ricorso ai bambini, è piombata a Palazzo di Bagno. Bandiere, fischietti e slogan sotto lo sguardo della polizia impegnata a filtrare gli ingressi e con la minaccia, comunicata alla stampa al mattino, di passare all’occupazione di palazzo di Bagno in caso di risposte insoddisfacenti. Pastacci e la Magri hanno ricevuto Berini e altri due rappresentanti, assicurando massima attenzione per il campo nomadi.
Senza peraltro convincere troppo lo storico mediatore culturale di sinti e rom: «Il presidente è stato chiaro, l’assessore un po’ meno. Siamo molto delusi. Ci si dimentica che sinti e rom sono persone vere, con bisogni reali, e noi lo vogliamo ricordare alla Magri e all’assessore comunale Roberto Irpo» ha commentato all’uscita Berini, che si è rifiutato di chiarire da dove nascesse il sospetto che la Provincia volesse sconfessare la sottoscrizione del protocollo.
Più esplicito invece un altro timore, cioè che il tavolo tra i firmatari del piano per i nomadi (120mila euro annui) possa decidere di sottrarre a
Sucar Drom l’attività di mediazione culturale per affidarla ad altri professionisti del settore. L’ipotesi circola insieme all’insoddisfazione di più di un attore nei confronti del lavoro dell’associazione di Berini che, dunque, ha tentato la prova di forza.
Sucar Drom non vale come mediatore per dialogare con sinti e rom? E allora eccoli qua i nomadi, ve li porto in piazza e sbrigatevela voi.
Gazzetta di Mantova
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