domenica 24 novembre 2013

VENETOA pplicazione art. 266 comma 5. NEGANDO LA BOSSIBILITA PER ROM E SINTI

ROM E SINTI NEL VENETO I METALLI  FERROSI E NON FERROSI  DESTINATI AL RECUPERO Applicazione  art. 266 comma 5. NEGANDO LA BOSSIBILITA DI SOSTENERE LE LORO FAMIGLIE SVANTAGIATE E DISCRIMINATE DALLA MAGGIORANZA VENETA DELLA POLITICA E TANTO ALTRO ANCORA.

Il lavoro manca per sinti e rom e non ce possibilità  e  a riportare una realtà di famiglie, intere senza lavoro per dare possibilità al sostentamento di avere un lavoro e ma anche se il lavoro arriva per questa categorie le “discriminazioni” non mancano il diffuso “razzismo” nei confronti di sinti e rom a Vicenza nel Veneto l’unica soluzione di sopravvivenza! Per sinti e rom e il vendere a porta a porta e la raccolta del Ferro Vecchio, I METALLI FERROSI E NON FERROSI  DESTINATI AL RECUPERO Applicazione  art. 266 comma 5 che aiuta a dare questa possibilità, a queste famiglie, svantaggiate con la crisi che colpisce tutte le cita del Veneto.  chidiamo un intervento del autorita e hai governatori del Veneto e gegli enti locali per rivalutare la situazione.

Le criminalità a aumentano e i sinti e rom vengono sempre strumentalizzati e presi di mira per spostare le regie e per colpevolizzare qualcuno???? 
 Come Caprio espiatorio.

Queste cose si dicono del sondaggio “Caritas Vicentina” ma nella grande Verità non è proprio cosi il problema e più grande di quello che sembra con tutti i rispetti per i non sinti e rom i sinti e rom anno bisogno di una modifica della legge del Ambulante e sopra tutto per dare possibilità, E SICURAMENTE UN LAVORO NORMALE non si può dare lavoro a sinti e rom per il motivo che loro sono definiti zingari associali e quindi loro non vogliono lavorare questo e falso!
il lavoro ce ma non per tutti specialmente per queste categorie viste con difidenza???

La “Caritas Vicentina” può fare quello che può?
Elabora percorsi di inclusione sociale per nuclei familiari e minori Rom e Sinti secondo un approccio collaborativo, basato sulla relazione e sull’ascolto e considerando il rispetto della legalità da parte delle popolazioni Rom e Sinte quale percorso parallelo al rispetto dei diritti umani.

•Progetti individualizzati per nucleo familiare possono prevedere assistenza sanitaria, assistenza legale, inserimento scolastico per minori, servizio docce, promozione del miglioramento delle condizioni abitative e accompagnamento nelle pratiche burocratiche.

•Percorsi di approccio al lavoro, come laboratori educativi professionalizzanti per i giovani Rom e Sinti
•Incontri e occasioni di condivisione sui temi di vita familiare e quotidiana
•Incontri di conoscenza e promozione della cultura e delle tradizioni rom e sinte Sostegno  
 che intendono intraprendere un percorso di prossimità con le famiglie rom e sinte del territorio.
 e-mail: sportello.rom&sinti@caritas.vicenza.it   la Caritas?
  

La federazione  rom e sinti insieme si fa avanti e dichiara Chiediamo alla provincia di Vicenza la regione Veneto o le province del Veneto qui a Vicenza,  potrebbe fare una modifica per dare possibilità di lavoro, negli ecco centri nel settore pulizie giardinaggio lavori facili per sinti e rom, ma gli viene negato anche questo noi come Federazione Rom e Sinti insieme chiediamo un incontro con gli enti e con il presidente della regione Veneto o anche con il presidente della provincia di Vicenza Attilio Schneck.

 Altre province o regioni anno adottato la strategia nazionale del inclusione dei sinti e rom.

Inoltre viene introdotta la “vendita itinerante”, disciplinata da leggi regionali e definita come vendita  su suolo pubblico di prodotti alimentari e non alimentari al consumatore finale (quindi al dettaglio). Peraltro risulta che molti comuni italiani attualmente rilascino autorizzazioni per la vendita itinerante valida su tutto il territorio nazionale  senza fare troppa distinzione tra  dettaglio e ingrosso.

Tuttavia il rispetto della  procedura per la vendita in forma itinerante, si ritiene non sia idonea/abilitante per lo svolgimento delle attività di raccolta e trasporto di rottami metallici finalizzata alla successiva rivendita ai commercianti di materiali metallici. D’altra parte la genericità e la contraddizione tra le due norme  hanno come conseguenza la non omogenea interpretazione delle stesse da parte degli organismi preposti al rilascio delle autorizzazioni e quindi la disparità di applicazione  sul territorio nazionale.

Ciò nonostante, il particolare momento di crisi ha spinto sempre più soggetti privati a svolgere, talvolta in modo sporadico talvolta maggiormente sistematico ed organizzato, attività di raccolta di materiale metallico, da conferire agli impianti di recupero anche in assenza dei requisiti prescritti per l'ottenimento dell'iscrizione  all'Albo Gestori Ambientali con le attuali regole, mettendo in estremo disagio gli impianti di recupero autorizzati, che si vedono costretti a respingere il materiale ad alto valore aggiunto loro proposto ed a subire la concorrenza sleale di impianti che continuano a ritirare nell'illegalità.

Peraltro, anche le piccole imprese prevalentemente a carattere individuale, che svolgono l’attività di raccolta rottami metallici destinati al recupero, incontrano difficoltà essenzialmente di carattere finanziario per l’iscrizione all’Albo Gestori

Alla luce della specifica situazione economica in cui versa il paese, si ritiene necessario individuare una forma di semplificazione che renda coerente la norma ambientale con questa tipologia di aziende di commercio, per volumi di movimentazione e giro d'affari necessariamente marginali, venendo anche incontro al principio di semplificazione sancito all'art. 266 comma 5 e salvaguardando gli aspetti di tutela di fasce deboli di popolazione, quali quelli che già la norma del TULPS in qualche modo identificava, alleggerendo gli oneri amministrativi/finanziari previsti per l'iscrizione all'Albo Gestori Ambientali, garantendo la tracciabilità richiesta dalla normativa per combattere i traffici illeciti e verificare il rispetto del quantitativo massimo trasportabile. Ciò permetterebbe di regolarizzare numerose attività operanti ai limiti della legalità sul territorio, facilitando l'emersione del lavoro sommerso e arginando l’illegalità di parte di queste situazioni.

Allo stesso tempo permetterebbe di ridare vigore e maggiore trasparenza, all’intera filiera del recupero dei metalli, che al momento subisce inevitabili conseguenze economiche lungo l’intera filiera.

Si sottolinea inoltre che alcune amministrazioni hanno già emanato disposizioni contrastanti in merito e quindi, per evitare differenze di trattamento ed alterazione del mercato nelle varie zone del paese, si ritiene necessario un intervento a livello nazionale per l’applicazione uniforme della disciplina.

Davide Casadio Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme

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