BOLOGNA - Manca una settimana esatta alla manifestazione nazionale organizzata
dai sinti a Bologna per il prossimo 16 maggio (sono invitati anche i rom) e si
scalda la temperatura politica. Non solo perché insieme a a loro sfileranno
anche i centri sociali e perché invece Forza Italia, Fratelli d’Italia e Forza
Nuova saranno in centro per protestare contro il corteo, ma anche perché
l’esposizione del Comune e dell’assessore Amelia Frascaroli sull’iniziativa
rischia di aprire un polverone nel Partito democratico.
Nei giorni scorsi l’assessore ha convocato una riunione con i sindaci di
Casalecchio e San Lazzaro e con i presidenti di Quartiere (tutti pd) dove ci
sono campi nomadi. Scopo: lanciare un appello a fare in modo che la
manifestazione sia un successo e il coinvolgimento di altre associazioni.
All’incontro ha partecipato anche una delegazione sinti. Alcuni dei presenti
hanno giudicato eccessivo il protagonismo di Frascaroli e la presidente del
Quartiere Savena, Virginia Gieri, ha lasciato la riunione. Non certo per
mancanza di rispetto ai sinti ma perché da un punto di vista istituzionale
trovava strano che una riunione convocata per discutere delle problematiche dei
campi rom si trasformasse nell’organizzazione della manifestazione. All’incontro
c’era anche il presidente del quartiere Borgo Panigale, Nicola De Filippo, che
ha una preoccupazione: «Io spero che si tratti di una manifestazione che spinga
verso l’integrazione e non verso l’arroccamento. Se ci fossero delle
differenziazioni sarebbe sbagliato, non bisogna creare differenze in quel tipo
di realtà». De Filippo allude alle differenziazioni tra i sinti di origini
italiane e i rom. L’organizzatore della manifestazione Davide Casadio, 45 anni,
mediatore culturale sinti, precisa che «noi non abbiamo niente contro i rom,
sono invitati alla manifestazione». Ma precisa che «questa è un’iniziativa
nazionale dei sinti italiani che si sentono discriminati nel loro Paese e per
questo indosseremo delle pettorine gialle con scritto “Siamo sinti italiani”».
Anche il presidente del Navile, Daniele Ara, ha sul suo territorio un campo
nomadi. Non vede pericoli nella manifestazione in sé, semmai nelle
contromanifestazioni. Però su un altro punto non transige: «Le utenze nei campi
vanno pagate, non ci vuole pietismo». Questo è il punto che agita il Pd. «Ai
nostri cittadini sinti dobbiamo offrire la nostra protezione da eventuali
discriminazioni — spiega Gieri — ma dobbiamo anche aspettarci anche il rispetto
delle regole che valgono per tutti». Detta più brutalmente: i sinti sono
italiani e come gli italiani, se non ricorrono particolari condizioni
economiche, devono pagare le bollette. La comunità sinti, grazie anche al
sostegno dell’assessore Frascaroli, ha invitato alla manifestazione la
presidente della Camera, Laura Boldrini: ma difficilmente potrà venire. Ci si
dovrà accontentare, in rappresentanza del Senato, della presenza di Luigi
Manconi, presidente della commissione straordinaria per la tutela e la
promozione dei diritti umani. Invitati alla manifestazione anche il giornalista
Gad Lerner e Moni Ovadia. I rapporti tra Frascaroli e un pezzo del Pd sono tesi
fin dal giorno in cui definì «infame» l’articolo di legge che impedisce gli
allacciamenti delle utenze nel caso di occupazioni. Un punto sul quale ha
polemizzato frontalmente con il consigliere regionale Giuseppe Paruolo che, pur
comprendendo la decisione poi presa dal sindaco di riallacciare l’acqua
nell’edificio occupato in via de’ Maria, ha sostenuto che «è sbagliato affermare
il diritto di tutti ad occupare e poi ad allacciare le utenze», difendendo la
legge. Insomma la manifestazione, che partirà da via Gobetti e si concluderà in
piazza XX settembre, rischia di alimentare tensioni politiche trasversali.
Oggi, intanto, la Lega Nord farà volantinaggio in Bolognina per avvertire i
cittadini della manifestazione di sabato prossimo
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