venerdì 2 novembre 2012

Gian Valerio Lombardi Tre esempi, tre epiche battaglie. Nel 2009 a Venezia il prefetto Michele



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La casta dei prefetti: mai rimossi, sempre promossi. Anche dopo gli scandali

De Gennaro assurto al governo nonostante il G8. Ubaldi reclutato al ministero dell'Interno dopo una condanna per peculato. Gallitto a presiedere i "Cavalieri" dopo tanti guai giudiziari. Gli alti dirigenti non pagano mai, tranne quando si scontrano coi politici. Come Carlo Mosca, troppo "morbido" coi rom, e Fulvio Sodano, che a Trapani si è permesso di denunciare collusioni mafiose

 
epri Gallerano finisce nel mirino della Lega perché ritenuto troppo morbido con i rom. La sua colpa? Non aver impedito il trasloco della comunità dei sinti di via Vallenari nel nuovo villaggio nella notte del 24 e 25 novembre. Il Ministro Maroni non la prende bene e lo rimuove un mese dopo. Per punizione, in accezione leghista, andrà a occuparsi della Sicilia.Stesso destino per il prefetto di Roma Carlo Mosca destituito nel 2008 perché si era rifiutato di schedare i minori della comunità rom di Roma. Il terzo è un esempio di fermezza contro la collusione tra criminalità e politica. Fulvio Sodano.E’ assurto, suo malgrado, a emblema dell’intoccabilità prefettizia l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, già prefetto. Un anno fa veniva assolto in Cassazione dall’accusa di istigazione alla falsa testimonianza, ma il suo nome resta indelebilmente legato ai drammatici ai fatti del G8 di Genova. E tuttavia il governo lo ha nominato sottosegretario di Stato, per di più delegandolo alla sicurezza della Repubblica.
 
 

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