giovedì 23 gennaio 2014

Diritti umani di rom, sinti e popolazioni viaggianti in Europa

Estratti del rapporto completo  dal Consiglio d’Europa

Diritti umani di rom, sinti e popolazioni viaggianti in Europa
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Ogni altra corrispondenza riguardante questa pubblicazione deve essere indirizzata all’Ufficio del Commissario per i diritti umani. Copertina e impaginazione: Ufficio produzione documenti e pubblicazioni del Consiglio d’Europa Il rapporto completo (in inglese) può essere ordinato su: http://book.coe.int È anche disponibile sul sito web seguente: www.commissioner.coe.int Foto: attivisti a favore dei diritti dei rom si coprono il volto con copie ingrandite di impronte digitali durante una manifestazione di fronte all’ambasciata francese a Bucarest, Romania. La protesta è controla decisione delle autorità francesi di espellere i rom di origine rumena e bulgara dalla Francia, rimpatriandoli nei paesi d’origine durante l’estate del 2010. © AP Photo/Vadim Ghirda© Consiglio d’Europa, febbraio 2012 © Andrea Spila, per la traduzione in italiano Stampato presso il Consiglio d’EuropaPrefazione Solo poche migliaia di rom sopravvissero in Germania all’Olocausto e ai campi di concentramento nazisti. Quando tentarono di ricostruire la propria vita si trovarono di fronte a enormi difficoltà, avendo perso molti dei propri familiari e parenti e subìto la distruzione o la confisca dei propri averi. Molti soffrirono gravi problemi di salute. E negli anni successivi, le domande di chi tentava di ottenere un indennizzo vennero
rifiutate.
Nel periodo post-hitleriano i sopravvissuti non riuscirono a ottenere giustizia. È significativo come lo sterminio della popolazione non venne dibattuto al processo di Norimberga. Il genocidio dei rom non ha praticamente trovato spazio nel dibattito pubblico. Lo stesso avvenne per i crimini commessi contro i rom in quel periodo dai regimi fascisti in altre parti d’Europa. In Italia, una circolare del 1926 ordinava l’espulsione di tutti i rom stranieri per “epurare il territorio nazionale della presenza di carovane di zingari, di cui è superfluo ricordare il rischio nei riguardi della sicurezza e dell’igiene pubblica per le caratteristiche abituali di vita zingara”.
L’ordinanza chiariva che l’obiettivo era quello di “colpire nel suo fulcro l’organismo zingaresco”. Nell’Italia fascista la popolazione rom fi nì poi per essere vittima di discriminazioni e persecuzioni. Molti rom vennero detenuti in campi speciali e altri furono inviati in Germania o in Austria e successivamente sterminati. Il regime rumeno della “Guardia di Ferro” avviò le deportazioni nel 1942. Come molti ebrei, circa 30 000 rom vennero deportati oltre il fi ume Dniester dove patirono fame, malattie e la morte. Solo metà di essi sopravvissero all’estrema condizione di stenti prima che la politica di deportazione venisse abbandonata.
La storia della repressione europea contro i rom inizia prima dell’era nazifascista. Risale a molte centinaia di anni or sono, quando i rom migrarono dal subcontinente indiano. I rom erano tenuti ai margini della società e venivano utilizzati come capri espiatori quando le cose andavano male e gli abitanti locali non erano disposti ad assumersene la responsabilità. Tra i metodi di repressione utilizzati nel corso del tempo contro questa etnia ci sono l’asservimento, l’assimilazione forzata, l’espulsione, l’internamento e gli stermini di massa.
Sarebbe necessario istituire commissioni apposite in diversi paesi europei per stabilire la verità sulle atrocità di massa compiute contro la popolazione rom. Idealmente si dovrebbe trattare di un impegno comune europeo. Un pieno resoconto e riconoscimento di questi crimini potrebbe contribuire a ristabilire tra i rom la fiducia nei confronti della società nel suo complesso. Non sorprende che molti rom continuino a considerare le autorità come una minaccia. Quando viene loro chiesto di registrarsi o vengono prese le impronte digitali temono il peggio, un atteggiamento che risulta anche più comprensibile quando spiegano di vedere una somiglianza tra gran parte della retorica anti rom dei nostri giorni e il linguaggio utilizzato in passato in Europa. Da nazisti, fascisti e altri estremisti.
Anche in tempi recenti i rom e Sinti sono stati stigmatizzati collettivamente come criminali in dichiarazioni sorprendentemente generalizzanti. Un esempio è quello della Francia, dove il governo decise nei mesi di luglio-agosto 2010 di deportare i migranti di etnia rom provenienti da altri Ma l’aspetto più importante è la necessità che i politici eletti dimostrino una leadership morale: devono incoraggiare e attuare personalmente l’impegno per il rispetto e la promozione dei diritti umani per tutti.
Diritti umani di rom, sinti e popolazioni viaggianti in Europa

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